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L'UE detta le nuove regole

La rivoluzione della plastica

Corsa dei produttori per affrontare le nuove sfide
EN FR IT

A che punto siamo con la plastica (2/2)
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Fino ad ora l’UE ha parzialmente regolamentato il ciclo della plastica, soprattutto per gli imballaggi e il trattamento dei rifiuti.

Solo più recentemente ha commissionato studi finalizzati ad individuare i problemi derivanti da un certo uso delle plastiche e di tutti i nuovi polimeri, in modo da porre le basi per un approccio olistico. Questi sudi sono stati affidati a consulenti con un coinvolgimento di ECHA, l’Agenzia UE per i prodotti chimici.


Al termine di questa fase d’indagine, durante la quale sono stati consultati anche gli stackholders attraverso consultazioni pubbliche, la Commissione UE ha pubblicato una Comunicazione su “La Plastica in una economia circolare”.
Questa Comunicazione è diventata anche oggetto di una Risoluzione del Parlamento europeo, il quale condivide a larghissima maggioranza gli  obiettivi ambiziosi della Commissione UE. Infatti  ha già dibattuto più volte questa materia, sia in veste di legislatore, con l’approvazione di Direttive e Regolamenti UE, che in veste di attore politico, promuovendo dibattiti ed iniziative proprie.

Commissione e Parlamento sono in sintonia per quanto riguarda le restrizioni relative alla plastica e la necessità di regolamentarne tutto il ciclo di vita e stanno lavorando sul pacchetto per l’economia circolare, con obiettivi molto 
ambiziosi.

Di recente è stata di nuovo modificata la Direttiva Rifiuti e per la plastica sono stati calendarizzati nuovi obiettivi per il riciclaggio, fissati nuovi limiti per i sacchetti e nuove norme sulla biodegrabilità.

Solo il Consiglio dei Ministri UE, co-legislatore con il Parlamento UE, ha eventualmente modo di frenare le ambizioni europee, dato che è espressione diretta dei Paesi membri dell'UE.

Un calendario delle prossime misure è già pronto e comprende la modifica di norme esistenti e la chiusura del ciclo della plastica con importanti misure per limitarne l'uso e per rendere quasi tutto riciclabile in pochi anni.

Sarà un'occasione importante anche per la ricerca.  Si dovranno trovare plastiche innovative e mettere a punto nuovi processi di fabbricazione o di eliminazione per quelle ritenute più dannose.

Tutti i dettagli sono presentati in questa nostra Analisi.


Inizia quindi ora una vera e propria rivoluzione, che innanzitutto toccherà produttori e fabbricanti i quali, per rimanere sul mercato, dovranno non solo aggiornarsi ma anche diventare attori del cambiamento in atto.

E questo è possibile, perché attraverso consultazioni pubbliche e partecipazione alle decisioni, che sono punti di forza dei processi legislativi UE, i portatori d'interesse possono far sentire concretamente la propria voce e dare suggerimenti.


Ad esempio, per l’industria della plastica non si tratta solamente di raggiungere i nuovi obiettivi di riciclo per il packaging (rispettivamente il 50% al 2025 e  55%  al 2030) ma di abbandonare la logica di produzione e consumo lineare “take-make-dispose” che distrugge in un solo utilizzo il 95% del valore economico dei manufatti in plastica. E l'industria stessa sarà chiamata trovare le soluzioni tecnologiche più adatte, più promettenti e quelle economicamente più interessanti.

La maggior parte delle aziende che hanno già reso note le misure volontarie intraprese per ridurre l’impatto e le quantità di plastica utilizzata sono noti brand di multinazionali che hanno aderito all’appello dell’UE (vedere negli approfondimenti)  o al programma triennale The New Plastics Economy (NPE)  della Fondazione Ellen McArthur (EMF) e partecipato alla stesura del Piano di azione NPE: Catalysing Action pubblicato ad inizio 2017.

L'urgenza dell'UE 
nasce anche dalla volontà di predisporre norme condivise da tutti e non decise unilateralmente solo da una parte dell'industria.

APPROFONDIMENTI

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By Paolo Licandro


Source:  European Union, http://www.europa.eu/, 1998-2023
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